Assunta
(venerdì 1 marzo 2013)
Categoria: Malinconia
UN PIANTO LIBERATORIO!
13:26 DEL 01-03-2013Stamani dopo i miei giri per le varie commissioni di casa, sono passata al cimitero, mi sono pentita subito dopo, mi ero alzata con tanta buona volontà ed allegria, ma mi è bastato un momento davanti alla foto della mia mamma, per farmi crollare in un pianto disperato. Accidenti a me! Mi sembra di essere un eroe di argilla, quegli occhi che mi scrutavano, con quel sorriso appena accennato, pensare che sotto quella terra c'è la mia mamma, cari amici è terribile, mi manca, mi mancano i suoi rimproveri e suoi sonori vaffa.....sistematicamente in dialetto siciliano quando pensava di avere ragione, i suoi abbracci, quando mi diceva: vieni quì stronzetta e mi stringeva fra le braccia, i miei problemi leggeri o pesanti li risolvevo sempre stringendomi a lei ed era lei che mi infondeva coraggio, dicendomi: "dai mammuzza vedrai che andrà tutto bene".
Amici miei! che dolore fisico che sento, ma che mi succede? invece di andare avanti torno indietro!
Non posso dire che mia madre era unica, perchè le mamme sono tutte uniche, era una donna normale, con tanti pregi e tantissimi difetti, ma era grande nel consolarmi, nel dirmi le parole giuste al momento giusto, pensavo fosse immortale, mi illudevo che mi sarebbe stata sempre vicina, vabbè! ora smetto di parlare di lei, se no il pc non funzionerà più, e dovrò prendere il fono per asciugarlo, le lacrime stanno bagnando i tasti. Che terribile sensazione!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Scusatemi!!!!!!
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mafalda
(venerdì 1 marzo 2013)
Purtroppo non ci sono parole che possono alleviare un dolore così grande .Devi trovare in te stessa il conforto e considerare non cosa da poco il fatto che sei stata fortunata a godertela sino a qualche anno fa quando ci sono bimbi che non hanno mai provato la gioia di essere presi in braccio dalla propria mamma .Devi sforzarti di rendere il suo ricordo un modo piacevole per sentirtela accanto e non un modo per alimentare un dolore che se non trova pace , può solo farti male .Lo so , sono solo parole , ma DEVI provare .
Nik
(venerdì 1 marzo 2013)
Cara, carissima amica mia. Che bello leggere cio' che hai scritto. Io posso dirti soltanto : buon per te che, al ricordo di tua madre , riesci a scioglierti in un pianto che non è e non deve assolutamente essere di disperazione e di angoscia ma di sfogo anche se momentaneo. Buon per te che riesci a piangere e a lberare la tensione e l'amarezza di una perdita il cui affetto e ricordo non ti lasceranno mai. Sono trascorsi circa 10 anni dalla dipartita di mio padre e tanti, tantissimi ricordi sino ancora vivi nella mia mente e nel cuore e tali rimarranno, ne sono certo. Non mi abbandoneranno la sua signorilità, quel suo alzarsi il cappello nel salutare le signore per strada, la sua mano sulla mia fronte quando, nonostante la mia eta' matura, ancora poggiava, per minuti e minuti, sulla mia fronte quando l'influenza mi prendeva come fossi un bambino e come usava fare, sempre, fin da quando ero picccolo e poi ragazzo e poi adulto. Un papa' rimane sempre papa'cosi' come una mamma rimane sempre una mamma anche quando il Signore decide di toglierceli, rimarranno per sempre unici.
mafalda
(venerdì 1 marzo 2013)
Henry Scott Holland :OGGI COME IERI
La morte non è niente.
Sono soltanto nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Ciò che eravamo prima l'uno per l'altro,
lo siamo ancora.
Chiamami col mio vecchio nome,
che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso
che hai sempre usato.
Non cambiare il tono di voce,
non assumere un'aria di tristezza.
Ridi come sempre facevi ai piccoli scherzi
che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!...
Il mio nome sia sempre
la stessa parola familiare di prima:pronuncialo senza traccia di tristezza.
Perché dovrei essere fuori dalla tua mente,
solo perché sono fuori dalla tua vista?
Il tuo sorriso è la mia pace.
La morte non è niente.
Sono soltanto nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Ciò che eravamo prima l'uno per l'altro,
lo siamo ancora.
Chiamami col mio vecchio nome,
che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso
che hai sempre usato.
Non cambiare il tono di voce,
non assumere un'aria di tristezza.
Ridi come sempre facevi ai piccoli scherzi
che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!...
Il mio nome sia sempre
la stessa parola familiare di prima:pronuncialo senza traccia di tristezza.
Perché dovrei essere fuori dalla tua mente,
solo perché sono fuori dalla tua vista?
Il tuo sorriso è la mia pace.
Assunta
(sabato 2 marzo 2013)
02:10 del 02-03-2013
Grazie Mafalda e grazie Nik, le vostre parole mi sono state di conforto, è stato un momento di tristezza, mi sono già ripresa, certamente capiterà ancora, ma cercherò di ovviare a questo malessere che mi arriva ogni volta che vado al cimitero. Sono certa che quanto prima, imparerò a convivere con il pensiero che la mia mamma non c'è più.
Bella la poesia, malinconica ma gradevole.
Buon sabato ad entrambi, un abbraccio!
Grazie Mafalda e grazie Nik, le vostre parole mi sono state di conforto, è stato un momento di tristezza, mi sono già ripresa, certamente capiterà ancora, ma cercherò di ovviare a questo malessere che mi arriva ogni volta che vado al cimitero. Sono certa che quanto prima, imparerò a convivere con il pensiero che la mia mamma non c'è più.
Bella la poesia, malinconica ma gradevole.
Buon sabato ad entrambi, un abbraccio!
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